Anteprima – Delitto sull’Isola Bianca – Le indagini del Foresto – Chiara Forlani

Anteprima – Delitto sull’Isola Bianca – Le indagini del Foresto – Chiara Forlani

Vi lasciamo una piccola anteprima gratuita della nostra prossima uscita!

Stiamo parlando del giallo “Delitto sull’Isola Bianca – Le indagini del Foresto” di Chiara Forlani.

Buona lettura!

 

Prologo

Buio, freddo, paura.

Dal bosco che affianca il sentiero giungono fruscii, schiocchi, sibili. Il vento infuriato scuote le fronde, dai rami intrecciati giungono sinistri lamenti.

Annina sta giocando con i sassi sul molo dell’isola. Li raccoglie dall’acqua, li mette in equilibrio l’uno sull’altro con la massima attenzione. Poi, usando entrambe le mani, li riprende e li lancia lontano.

Si guarda intorno e vede che il buio l’ha sorpresa, è di nuovo in ritardo. Si alza in fretta e corre verso casa più veloce che può, inciampando di continuo su rami e radici.

Una grossa pietra intralcia i suoi passi. Annina cade, si accorge di avere le ginocchia che sanguinano, ma si rialza lesta e riprende a correre sempre più forte. Sa che a casa le prenderà: quando fa tardi suo padre la aspetta sulla porta, la solleva al volo, se la mette sulle ginocchia e la sculaccia con le sue grandi mani o, peggio, con la cinta dei pantaloni.

Il vento aumenta d’intensità, urla tra gli alberi con voce animale. Annina ha paura, corre più veloce, inciampa su qualcosa e cade ancora, deve fermarsi per il male alla caviglia. Adesso è a terra ansimante, la testa nel fango. Nel buio il suo occhio destro ne incontra un altro a pochi centimetri, sbarrato. È quello vitreo di un vecchio.

Annina si rialza zoppicando. Guarda terrorizzata quella cosa per terra. Sembra un grosso fagotto imbrattato di melma. Tutt’intorno si vedono solo ombre, lei corre, scappa, anche se la caviglia le fa un male atroce.

Il bosco ulula, il vento la sferza. Sente dei passi che la seguono, forse sono solo nella fantasia, eppure quell’occhio sbarrato era reale, lei l’ha visto, ne è certa. La sua mente è una finestra aperta sul terrore più puro.

Intorno a lei solo buio, freddo, paura.

Giorno primo

Ottobre 1950, sera.

1.

 

L’isola era un mondo a sé. C’era da sempre, a memoria d’uomo, proprio al centro del Po nei pressi di Ferrara, dove la corrente rallentava per un’ansa del fiume che, ampio e tranquillo, si muoveva lento verso la foce.

Durante le piene il suo aspetto mutava: l’acqua saliva creando mulinelli, trascinando tronchi e radici. Chi abitava quei luoghi temeva il maltempo. I contadini annusavano l’aria, sapevano riconoscere il vento e le nuvole, capire quando la pioggia sarebbe arrivata. Sapevano decidere in fretta se era il caso di preoccuparsi.

Quella terra rubata alla corrente veniva chiamata Isola Bianca, forse per le spiagge candide e sassose che emergevano d’estate, quando il fiume era in secca. In origine era ricoperta quasi del tutto da una fitta vegetazione di olmi, pioppi, salici, querce e arbusti di ogni genere. La boscaglia era stata in parte bonificata dai contadini con immensa fatica, e aveva donato loro un terreno perfetto da coltivare.

L’isola era abitata. I progenitori degli attuali occupanti si erano stabiliti in quei luoghi inospitali ma fertili, data l’abbondanza d’acqua. Grazie a una specifica legge agraria che aveva assegnato terreni a molti contadini, alcuni si erano ritrovati proprietari dall’oggi al domani. Per loro la vita era dura come prima, anche se lavorare un terreno di proprietà faceva sembrare la fatica più lieve.

Conducevano un’esistenza tutt’altro che tranquilla: il fiume poteva riprendersi l’isola quando voleva. Per questo gli abitanti scrutavano spaventati le onde quando si alzava il livello dell’acqua; con il passare degli anni avevano costruito palizzate, protezioni e rialzi ovunque la corrente potesse erodere il terreno e portare via con sé tutte le loro certezze.

In quella terra isolata c’erano due grandi fattorie, con stalle per le bestie e magazzini per gli attrezzi. Ovunque possibile, campi coltivati a orzo, grano, segale o granoturco, a seconda delle annate. Qualche albero da frutto e orti ben concimati producevano vegetali in abbondanza.

Sull’Isola Bianca non arrivava la corrente elettrica e il buio incombeva dal tramonto all’alba. I suoi abitanti vivevano come nei secoli passati: costretti a riscaldarsi con il fuoco e a illuminare le loro abitazioni con le tenui fiammelle delle lampade a olio. In quel piccolo mondo sperduto sembrava che il tempo si fosse fermato.

 

***

Vi ricordiamo che “Delitto sull’Isola Bianca – Le indagini del Foresto” di Chiara Forlani sarà disponibile in tutte le librerie dal 27 gennaio!

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